Amici, sorrisi ,far tardi la sera
questo vento che mi sussurra di te,
del tuo non ritorno,il ricordo di te.
La mia solitudine, i nostri teneri per mano,
quando il vento alzava, un ricordo amato, e lontano.
Irrisolte melodie torno a sussurrare,
accordandomi al pianto commosso della luna.
Sussurra di te, la ghiaia dei selciati,
premuta dai piedi in sandalo e velluto,
oltre l'angolo che piegava la caviglia
flessa di lato in passo snello e breve.
Il campanile della piazza,
il vecchio muro, dove scrivevamo ,ti amo,
il diario di scuola, una fresca giovinezza
morta immatura sulla mia fronte stanca,
già troppo adulta ,per quel felice tempo.
Ero io, e tu eri pensiero.
Ombra, cielo, orizzonte, forma,verità.
Eri troppo oltre una fisica esistenza,
penetravi la sera, come silenzio musicale.
Tremava sulle nostre labbra ,un giovane amore,
come il viola del glicine, il rosso delle labbra,
la poesia delle persiane chiuse all'imbrunire ,
su un cortile che chiude gli occhi, quando è l'ora.
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