Non è difficile
scrivere
quando si è
innamorati,
il difficile
è vivere
quando non
lo si è,
quando un
pensiero al passato
ti riporta alla mente
dolorose
situazioni
difficilmente
ripetibili,
di quando
camminavo
su freddi
marciapiedi
in una notte
in cui
sotto un
tetto di gelide stelle
che
dall’alto sembravano
ridere di me
e dei miei problemi,
persino la
luna,
che agli
amanti dona fortuna,
niente aveva
per me,
avara com’è,
si teneva
tutto per sé.
Vorrei
bruciare una sigaretta,
consumarla tra le mie labbra
vedere il
fumo svanire con la mia vita.
Vorrei un
calice di vino per ubriacarmi e non vedere la macabra danza del mio domani.
Cammino in
riva al lago,
avanzo di
una cena irrancidita,
con una
lisca di pesce in gola,
che
m’impedisce di chiedere aiuto,
un aiuto che
nessuno mi aveva
voluto dare.
Di te avevo
solo qualche scambio d’idee,
caldi ricordi
che m’abbracciavano
quand’ero solo,
ricordi che riscaldavano,
il mio cuore
nel freddo della mia stanza.
Vorrei
dormire su di una panchina,
di questo
mio lago.
Ma arrivi
tu, insicura nelle tue certezze,
tu che non
ti perdi in false promesse.
Mi raccogli,
mi riscaldi,
non mi
tratti come briciola da buttare,
ora io non sono
più solo
in mezzo
alla gente.
Con te sto
scrollando tutti i fantasmi
del mio
passato,
gli incubi
tetri di false pazzie
accanto a te
svaniscono,
difesi da
una cupola d’acciaio
che mi
protegge dal grigiore
dov’ero
caduto.
Nessun commento:
Posta un commento