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martedì 18 ottobre 2011

Sognando  il passato


Immerso in questa distesa di grano d’orato dove papaveri, e fiordalisi, creano una quadro


di Van Gogh.


Qui dove bambino con gli amici costruivo,


le mie prime capanne, dove il primo amore


è nato cercando un quadrifoglio.


Là dove tra grandi alberi, e verdi prati,di periferia
la domenica era luogo per il pic nic di noi poveri
Magica oasi che va oltre il sogno,
dove il passero e la rondine passano a volo radente, in cerca di cibo.


Dolci ricordi, quelle infinite distese di grano, che si illuminava in tante piccole stelline con la rugiada mattutina.

Dov'è finito quel sogno?
soffocato da una nuova città?
E da nuova gente, senza più un'età.

Grandi strade di nero catrame,
piccoli stracci verdi, senza ricamo,
tane per cani, e chi cerca illusioni momentanee
Questo è rimasto di quel giardino dietro al paese.
Una fusione tra il vecchio paese, e la nuova città.
Queste sono le ricchezze della nuova società.
Niente più sogni, amori,e colori.
Ma solo meteore vaganti, di un tetro grigiore.
Chi come me ha vissuto il passato
Può chiudere gli occhi e rivivere in sogno:
grandi distese di gioielli verdi.


Sfilano alti filari di giovani alberi,
che la natura li tinge dei caldi colori d’autunno.

Cadono le foglie come variopinte farfalle,
e si fanno morbido tappeto
che la rugiada dell’alba ricopre.

Biondo è il suo colore, dorati i suoi riflessi,
tenue è nell’aria il suo profumo
e tiepido sorge il sole al mattino
sfumando pigro nel primo meriggio,
donando al tramonto il piacere
di spegnere i colori,
nel lento calare della notte.



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