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domenica 14 ottobre 2012


Sicilia
Respirando mi faccio rastrello,  
per raccogliere foglie ormai morte,
mi disseto, con un sorso d’acqua
su questa terra arsa, dalla ingiustizia.
Penetro in buie  grotte,
camminando tra pipistrelli e serpenti,
mentre angeli di lava, e Telamoni *
sorreggono antichi corridoi  nel regno
di re Terone.
Guardo dal monte accarezzandone gli
Zinzuli*   zagare e mandorli in fiore,
m’imprimo  dei loro odori, nella vana
ricerca  delle bianche pareti sul mare.
Con il cielo per soffitto,  percorro
strade, camminando su terrazze
arredate con  pazienza da gocce
sui sassi.
Eccomi, vedete?  Danzo tra mari
turchesi, come  scintillanti tappeti
orientali, tra lunghe code di aquiloni.
Come arcobaleno mi curvo mi piego
sotto il veleno di questa terra che 
dentro mi è penetrata,
come la fine del giorno che lascia la
 scia arancio fino a cedere alla nera
 notte l’argento.
Notte ultimo mio sussulto di vita così
 mi lascio vincere da lei,
ma al risveglio di scatto inarco le reni
rinasco facendomi  danza mentre i
miei piedi gridano contro il dolore e il
degrado.
Mi faccio voce degli angeli in lava
gridando nel nome di un arte che ha
ceduto al folklore,
mi faccio coscienza.
Il tempo e l’incuria che sgretolano gli
angeli di lava come fil di lana, schiavo
del fil di ferro, vado a riempire il
pozzo dei 30 denari.

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