Mi piace scrivere tutto quello che mi passa per la testa, non posso definirmi un poeta, amo definirmi uno scrittore naif, ma sarete voi a giudicare ciò che scrivo. Mi farai felice se commenterai le poesie che più ti colpiscono,ogni commento è ben accetto. Fotografie sono in parte mie, e in parte sono tratte dal web, in caso i legittimi proprietari non volessero vederle pubblicate nel mio blog, saranno rimosse immediatamente.
sabato 11 novembre 2017
QUANDO UNA GITA COSTAVA DUE SOLDI
Quando una gita costava due soldi
Racconto tra verità e fantasia, della guerra tra Luigi Ferrario proprietario dei trasporti su carrozza a cavalli a Como e d'intorni, e la ditta Helios Tedesca che voleva portare il Tramway a Como in occasione dell'esposizione Voltiana del 1899.
La vita a Como negli anni che precedevano l'esposizione Voltiana, scorreva tranquilla al suono degli zoccoli dei cavalli che trainavano carrozze di ogni tipo. Gestiva i trasporti la premiata ditta Luigi Ferrario di Cernobbio, ridente paese diviso da Como da una serie di lussuose ville, e altrettanto lussuosi alberghi.
Quando si sparse la notizia che una ditta Tedesca avrebbe posato le rotaie in città per far viaggiare il Tramway, in occasione dell'esposizione Voltiana dell'anno 1899, il Ferrario andò su tutte le furie, all'uomo che aveva fino ad'allora l'esclusiva dei trasporti in città e periferia, non andava proprio giù che dei trabiccoli mossi ad energia elettrica sferragliassero su e giù per Como disturbando la quiete e la tranquillita dei suoi concittadini e dei turisti che venivano per riposare le stanche membra, in riva al Lario.
Cosa che lo irritava ancora di più oltre che la previsione dei mancati guadagni, era la ditta Helios che dalla Germania voleva soppiantare la sua azienda, con il Tramway, il Ferrario agli amici in piazza Cavour diceva, va bene tutto, ma che il Cecco Beppe venga ha portarmi via il lavoro questo proprio no! (Cecco Beppe venivano definiti i Tedeschi, e gli Austriaci, nomignolo dell'imperatore Francesco Giuseppe).
A Cernobbio nei depositi del Ferrario c'erano carrozze d'ogni tipo, dai carri funebri di prima, seconda, e terza classe, c'era il coupè per gli sponsali, il milord per i ministri, il landò per i cardinali, il visavì per gli innamorati, la victoria per i nobili, gli omnibus che servivano gli alberghi, tutte queste carrozze erano fornite dalla ditta fratelli Macchi di Varese.
Sempre ribollente d'ira verso la Helios, il Ferrario un mattino parlando con un membro del comune si sentì ringhiare: Ogni giorno da Cernobbio partono quattro omnibus trainati da due pariglie di stupendi cavalli, non come a Milano dove viaggiano lenti su binari, i miei viaggiano liberi e con i loro zoccoli danno un che di musicale alle vie del centro e al lungolago, e molto più veloci, i turisti su i miei omnibus possono sentire l'odore del lago, il profumo del pane appena sfornato, non la puzza del ferro arrugginito dei binari.
Voglio proprio vedere se tu segretario comunale e tutta la giunta, avete il coraggio di privare la città dei colori e dell'eleganza della mia carrozze.
In quel periodo i tram a cavalli avevano una grande importanza, e riscuotevano la simpatia di tutte le classi sociali, in quando con pochi soldi anche la servitù, i militari, potevano viaggiare. Le diligenze che dalla vicina Svizzera giungevano in città quando incrociavano un omnibus rallentavano per lasciare il passo, prima di ripartire alla volta del San Gottardo.
Il Ferrario diceva:Questo si che è un servizio coi fiocchi! Non la baracca elettrica che con quelle stridule note acute rompe le orecchie, e va lenta come una lumaca.
Un giorno al Ferrario arriva una notizia che lo fa trasalire dalla felicità, la giunta comunale ha deciso che i tramway della Helios sono troppo costosi, perciò i trasporti resteranno quelli di sempre.
Ferrario non soddisfatto vuole dare una sonora lezione al Cecco Beppe, visto che una linea era stata approntata, e un tramway viaggiava già dalla stazione ferroviaria, a piazza Cavour, si riunì con i suoi dipendenti per attuare la sua vendetta.
E così che, grazie alle informazioni avute dai dipendenti comunali secondo cui la linea del Tramway Helios veniva soppressa perchè troppo costosa, il Ferrario con alcuni suoi dipendenti decise di attuare la vendetta, con al termine un festino eroico.
Chiamò il Giuanass, un cocchiere dalla mano leggere con le briglie, ma dai pugni pesanti, un pezzo di marcantonio alto e robusto come una Quercia, il ritrovo era presso l'osteria Stradella a Cernobbio, tra una partita a briscola, e una a scopa liscia, tutto annafiato con una damigiana di robusto Barbera, il Ferrario e il Giuanass preparavano la lista degli uomini che dovevano accompagnare il Giuanass in quel di Como.
Il giorno convenuto al tocco delle diciotto e trenta, a cassetta del tram a cavalli più nuovo della ditta Ferrario, il Giuanass parte da Cernobbio alla volta di Como, una quarto d'ora più tardi la vettura giunge alla stazione della funicolare, dove carica i colleghi congiurati.
Alle diciannove dopo aver salutato i proprietari del caffè della stazione della funicolare, il Giuanass sale a cassetta e con aria sorniona si mette in attesa. Dall'imbarcadero dove attracca il piroscafo Lecco, i marinai che sanno dell'azione che sta per compiera il Giuanass, salutano agitando i cappelli.
A stento Giuanass riesce a imporre il silenzio ai suoi compagni nascosti all'interno della vettura: state zitti sibila a bassa voce, ma dal fondo del carro una voce carica d'emozione grida: Arriva, Arriva, si è lui, è lui!
Inatti il Tramway elettrico della Helios arriva sferragliando veloce sui binari, sul mezzo oltre al manovratore, e al bigliettario, ci sono due persone, un medico condotto, e una levatrice chiamata d'urgenza a Brunate per un parto.
Il Tramway della Helios sosta alla stazione della funicolare per far scendere i due passeggeri, e riparte in direzzione stazione San Giovanni.
Appena ripartito al suo fianco spunta il tram a cavalli condotto dal Giuanass, con i suoi accoliti che affacciati ai finestrini cantano: Daghela avanti un passo.
Sembrava che tutta como sapesse della sfida, d'incanto il lungo lago si era riempito di gente che ai bordi della strada incitava i contendenti, che affiancati aumentavano progressivamebte la velocità, perche a nessuno dei contendenti andava di venire battuto in quella gara di velocita, i destrieri del Giuanass filavano veloci verso la stazione, e il Tramway elettrico della Helios anche se lanciato alla massima velocità perdeva terreno nei confronti dell'avversario. arrivati in Borgovico ormai i giochi erano fatti, il tram a cavalli aveva battuto sonoramente il tram elettrico. Arrivati al capolinea ad attenderli c'era il Ferrario con altri signorotti della città, quando Giuanass scese dal mezzo il Ferrario l'abbracciò gridando: Bravo Giuanass, una lezione bisognava darla a questi Tedeschi.
Il Tramway della Helios da quel giorno entrò in rimessa, per venire poi venduto all'asta come ferrovecchio.
Non passarono però molti anni che il progresso ebbe la sua rivincita, e il Tramway divenne il mezzo di trasporto principe in tutte le citta d'Europa.
La morale di questo racconto è che il progresso e le menti giovani che con le loro invenzioni lo portano avanti, non solo ai giorni nostri, ma anche ai tempi de Alessandro Volta, non riconobbe subito l'intelligenza dello sceinziato, tanto che il Volta come tanti giovani d'oggi menti brillanti non riconosciute in patria, dovette emigrare prima in Inghilterra, e poi alla corte di Napoleone in Francia per terminare la sua invenzione.
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